Let’s Play?!

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SKŪMAZ _ a metastable state

Valentina Lapolla, Rachel Morellet, Eva Sauer, Tatiana Villani

Testo critico di Eleonora Farina

https://www.villaromana.org/front_content.php?idcat=69&idart=1147&lang=3.

28 Ottobre – 11 Novembre, 2017 Pavillon di Villa Romana Firenze

La schiuma, un mezzo bifase formato da parti di sostanza gassosa intrappolate all’interno di liquidi o solidi, è il punto di partenza che ha portato quattro artiste a sviluppare ciascuna un progetto che incarnasse una visione specifica su diverse questioni esistenziali: l’ignoto, l’intimità, la migrazione, la guerra.

Ph: Andrea Abati

La formazione della schiuma richiede di fornire energia e di ridurre la tensione superficiale: la metastabilità di molte schiume è uno stato di equilibrio precario. Allo stesso modo nei processi di collaborazione è necessario un bilanciamento: il progetto è anche uno spazio di lavoro comune, un luogo dove è possibile prendersi dei rischi e sperimentare insieme, cercando una radice comune, come quella della parola “skūmaz”, radice tematica protogermanica di origine indoeuropea che indica appunto la schiuma.

Le schiume sono onnipresenti nel mondo naturale e nelle nostre vite, influiscono sul sapore della birra così come sulle proprietà di isolamento negli space shuttles della NASA: nonostante sia un’entità apparentemente semplice, la descrizione della struttura della schiuma è un problema complicato per le scienze matematiche e fisiche, e allo stesso tempo per la sua complessità si è rivelato un modello utile nella descrizione di concetti di meccanica quantistica o per descrivere la distribuzione delle galassie.

Quattro diverse prospettive e sensibilità si connettono insieme in uno spazio condiviso per creare, come le bolle nella schiuma, una complessa e delicata struttura.

Ph: Rachel Morellet

LET’S PLAY!?

Tatiana Villani, installazione video a 5 canali, 2017

Il progetto rappresenta la migrazione come schiuma sulla cresta delle onde che si sposta nei mari da una costa all’altra. La schiuma, tecnicamente, si crea attraverso immissione di energia in un sistema; la tensione genera una struttura instabile, in cui l’unione tra liquidi e gas produce agglomerati di bolle. La migrazione ci sembra assumere la forma di un cumulo impersonale di bolle-persone senza identità, siamo colpiti da questo agglomerato apparentemente indistinto che si muove e si modifica. La continua esposizione ad immagini dolorose produce una specie di muro protettivo, de-personalizza, allontana la partecipazione empatica dello spettatore. In questo progetto video l’idea è che una metafora diventi la chiave per creare un’apertura e una riflessione personale. Nel tentativo di portare questa pesante realtà nel suo insieme entro i limiti dell’accettabile, Let’s play!? costruisce un modello metaforico del sistema, che evidenzi i movimenti delle forze, grazie all’uso di una piscina gonfiabile per bambini, in cui due rive diventano visibili, due micro-mondi. Il mare è scosso, creando schiuma che viene portata via dalla “costa” dove è nata, attraverso dell’aria spinta o con altri mezzi di trasporto. Tutto è costruito come un modellino per bambini, agito con giocattoli o strumenti divertenti. Let’s play!? è pensata come un’installazione multicanale per creare un’analogia con la Babele mediatica.

Video credit Riprese: Alessandro Giannetti, Bärbel Reinhard. Assistenti: Manuel Perna, Chiara Verona. Giocatori: Ares Delgado Verona, Gea Delgado Verona, Ester Bertolani, Manuel Perna, Tatiana Villani. Sonoro: Bärbel Reinhard, Tatiana Villani. Montaggio: Tatiana Villani. Ringraziamenti: Giacomo Verde

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SKŪMAZ _ a metastable state

Valentina Lapolla, Rachel Morellet, Eva Sauer, Tatiana Villani

Critical text by Eleonora Farina

October 28 – November 11, 2017 Villa Romana Pavillon Florence

https://www.villaromana.org/front_content.php idcat=69&idart=1147&lang=3

Foam, a two phase medium made by gas pockets trapped in liquid or solid films, is the common point of departure that drove four female artists to develop a project which embodies single views on different existential matters: the unknown, intimacy, migration, war.

The formation of foam requires a source of energy to reduce surface tension: the metastability of many types of foam is a state of precarious balance. This balancing act stands for the cooperation, and indeed this project is a common workspace, a place where  it is possible to take risks and perform experimentation together, while finding a common root, as that of the word skūmaz, a protogermanic term with indoeuropean origin meaning foam and scum.

Foams are ubiquitous in our natural world and our daily lives, and affects the taste of beer as well as the insulating properties of NASA space shuttles; a seemingly simple object, foams pattern and behavior are indeed a complex problem for mathematics and physics research, and it is also a powerful model for describing quantum mechanics concepts or cosmic structure like the distribution of the galaxies.

Four different perpectives connect each other in a common space to create, as bubbles compose foam, a complex and delicate structure.

LET’S PLAY?!

Tatiana Villani, 5-channel video installation, 2017

The project is about migration – which mostly finds access to new lands through the sea – like foam, floating on the waves. Foam, technically, is made by an input of energy into the system; this tension produces an unstable structure in which the union of liquid and gas is induced, then agglomerates of bubbles appear. Migration therefore takes the form of an impersonal cumulation of bubbles – people without identity. We are like struck in this apparently indistinct agglomeration that moves and changes. Continuous exposure to painful images produces a kind of protective wall, de-personalizes and removes the empathic participation of the spectator. In this case the idea is that a metaphor can be the key to generate a personal opening and reflection. In an attempt to bring this heavy reality as a whole within the limits of the acceptable, Let’s play?! builds a metaphorical model of the system to emphasize the movements of forces. The model is an inflatable children’s pool, where two shores become visible, two micro-worlds. The sea is shaken, creating foam that is carried away from the “coast” where it was born, through the air or other means of transport. Everything is built as a playful world set, and is activated with toys and funny instruments. Let’s play?! is conceived as a multichannel installation to create an analogy with the idea of a mediatic Babel tower.